Ottobre-Novembre 2025 – Kenya
Preparatevi a un racconto che vi ruberà il cuore e vi farà sognare ad occhi aperti!
Se c’è un luogo sulla Terra capace di scuotere l’anima e risvegliare l’istinto primordiale dell’avventura, quello è senza dubbio l’Africa. E in questa distesa sconfinata di meraviglia, il Kenya brilla come una gemma rara, la natura esplode in un tripudio di vita e i cieli offrono spettacoli indimenticabili.
Ho appena concluso un’esperienza che ha ridefinito il mio concetto di “viaggio”, e sono qui per portarvi con me, passo dopo passo, in un’odissea che mescola l’adrenalina dei safari con la quiete delle spiagge, i sorrisi della gente con i silenzi maestosi della savana.
Giorno 1 – Arrivo a Mombasa
Il mio viaggio è iniziato con una maratona aerea: sveglia alle 5 del mattino, primo volo alle 9:30 e uno scalo di 8 ore a Istanbul – un vero test di resistenza! Finalmente, alle 4:30 del mattino del giorno successivo, sono atterrato a Mombasa dove l’aria calda e umida dell’Africa orientale mi ha accolto.
Dopo aver cambiato valuta e raggiunto il mio hotel, qualche ora di riposo è stata d’obbligo prima di tuffarmi nell’esplorazione.
La nostra prima meta è stata la Old Town, il cuore pulsante e storico della città. Un consiglio pratico fin da subito: se vi trovate a Mombasa, informatevi bene sui trasporti, un tassista ci ha chiesto ben 2000 KES per una corsa che, tramite Uber, abbiamo poi scoperto costare solo 530 KES (ed è quello che abbiamo ovviamente scelto 😄). Un risparmio non da poco per la vostra avventura!
Con una guida locale trovata all’ultimo minuto grazie alla reception dell’hotel, ci siamo inoltrati tra i vicoli che profumavano di spezie e storia. Abbiamo ammirato l’imponente Jesus Fortress, una fortezza portoghese che si erge sull’oceano, e ci siamo immersi nel brusio, a quell’ora ormai poco vivace, del fish market.
Il MacKinnon Market, il mercato delle spezie, è stato un’esplosione di colori e aromi, un vero paradiso sensoriale. Immancabile poi la foto alle iconiche Mombasa Tusks, le zanne di elefante che formano un arco simbolico, prima di una passeggiata rilassante sul lungomare.
La giornata si è conclusa in hotel, dove ho finalmente conosciuto il resto del gruppo. L’aperitivo “homemade” è stato un momento esilarante: ognuno aveva portato una specialità dal proprio paese, creando un mix di sapori e storie.
Dopo un breve riposino, la cena tutti insieme al ristorante dell’hotel è stata il preludio a un sonno profondo, meritato dopo un viaggio così intenso.
Giorno 2 – Tsavo Est, la chiamata della savana
Sveglia alle 6:15 e alle 7:15 eravamo già sul transfer in direzione del Parco Nazionale dello Tsavo Est. Il nostro driver-guida, Lawrence, ci ha intrattenuto per le tre ore di tragitto con aneddoti e curiosità sul Kenya.
Un “fun fact”: la parola “Safari” è swahili e significa semplicemente “viaggio”. E allora che il viaggio abbia inizio!
Lungo la strada, ho notato interminabili file di camion. Lawrence ci ha spiegato che è la norma: questa è l’arteria principale che collega il porto di Mombasa, il più grande dell’Africa orientale, con la capitale Nairobi e paesi confinanti come l’Uganda, il Sudan, il Ruanda e il Burundi.
Alle 11:30, eccoci finalmente nel Tsavo Est, un’immensa distesa che ruba il respiro. Il primo giro è stato un vero e proprio benvenuto selvaggio: abbiamo avvistato da subito eleganti gazzelle (Eudorcas thomsonii), anche orice (Oryx beisa), agili impala (Aepyceros melampus), alcuni facoceri (Phacochoerus africanus) e gruppi di zebre (Equus quagga) che pascolavano indisturbate.



Dopo questa scorpacciata di fauna, abbiamo raggiunto il nostro lodge, un’oasi di pace nella savana, dove ci siamo rifocillati con un ottimo pranzo e un po’ di relax.
Ma l’avventura chiamava ancora: alle 16:00, eravamo di nuovo sulle jeep per il secondo round. Abbiamo incontrato maestosi elefanti (Loxodonta africana) e una tenera coppia di leoni (Panthera leo) con il loro cucciolo che ci ha sciolto il cuore, il regale uccello serpentario (Sagittarius serpentarius) e i minuscoli dik-dik (Madoqua kirkii).
Su questi ultimi, una curiosità che vi toccherà: se un dik-dik perde il proprio partner, spesso cerca il suicidio, incapace di vivere senza l’altro. Un amore così profondo anche nel regno animale.



Al rientro al lodge, intorno alle 19:00, la cena è stata seguita da piacevoli chiacchiere sotto le stelle, scambiando impressioni su una giornata che aveva già superato ogni aspettativa sul Kenya.
Giorno 3 – Leoni, Leopardi fantasma e cuccioli nascosti
Il terzo giorno è iniziato ancor prima, alle 5:00 del mattino, con la jeep già pronta alle 6:00. Quasi subito, le prime eleganti giraffe (Giraffa tippelskirchi) si sono materializzate nel paesaggio. Poi, una “sfilata” di volatili: avvoltoi (Necrosyrtes monachus), falchi (Falco tinnunculus), e la maestosa aquila della cresta (Stephanoaetus coronatus). Non sono mancati i possenti bufali (Syncerus caffer caffer)e ancora altri branchi di elefanti.




Intorno alle 9:30, una sosta caffè in un altro lodge ci ha ricaricati, prima di riprendere la nostra ricerca. Il leopardo, l’inafferrabile fantasma della savana, era il nostro obiettivo principale, ma nonostante ogni sforzo e ogni sguardo attento, di lui nessuna traccia. Le parole della guida: il leopardo si fa vedere solo se vuole farsi vedere.
Siamo rientrati al lodge per il pranzo e un rigenerante pisolino fino alle 16:00. La ripartenza alle 16:30 per una nuova esplorazione sembrava iniziare in sordina, con solo un gufo (Bubo africanus) e un gruppo di zebre a farci compagnia. Ma l’Africa ha sempre una sorpresa in serbo.

Un giro di chiamate via radio tra le guide ha acceso una scintilla di speranza: la mezza notizia di un possibile leone maschio in una zona rocciosa. Le nostre jeep si sono quindi lanciate tra le rocce, facendo salire l’adrenalina a mille. L’abbiamo trovato, sì, ma si è alzato e se n’è andato con un’indifferenza regale, lasciandoci un po’ sconsolati.
Stavamo quasi per arrenderci quando, con enorme stupore, dietro un costone di roccia vicino abbiamo scovato una leonessa con ben tre cuccioli! Un’emozione indescrivibile, vederli così da vicino, in tutto il loro tenero splendore. È stato un momento di pura magia e… pianti.

Con il sole che già tramontava, ci siamo precipitati all’ultimo spot per un’ultima occhiata a un’altra famiglia di leoni che avevamo già avvistato il giorno precedente. Poi via, di corsa al lodge, dove la cena ci aspettava.
La serata è trascorsa tra chiacchiere e drink al bar, rivivendo le incredibili scene del giorno.
Giorno 4 – Tra Ippopotami e Aperitivi al tramonto
Il quarto giorno alle 6:00 eravamo già in movimento, e in meno di un’ora abbiamo fatto visita a ben due distinte famiglie di leoni (le stesse dei giorni precedenti). La prima, una coppia con un cucciolo di circa quattro mesi, giocoso e curioso. La seconda, ancora più tenera, una mamma con cuccioli di poche settimane, un momento intimo di allattamento che ci ha mostrato la delicatezza della natura selvaggia.



Ci siamo poi spostati verso il Mudanda Rock, un imponente massiccio inselberg precambriano lungo circa 1,5 km. La sua superficie liscia funge da bacino idrico naturale, ma soprattutto è un punto panoramico mozzafiato che offre una vista sconfinata sulla savana circostante.

Successivamente, abbiamo esplorato le rive del fiume Galana, dove ho finalmente potuto ammirare i primi ippopotami (Hippopotamus amphibius) che si godevano beati le acque. A pochi centinaia di metri, le nostre guide ci hanno sorpreso con un delizioso picnic preparato al momento, un’esperienza autentica nel cuore del Kenya.

Rientrati al lodge per il pranzo, abbiamo approfittato del pomeriggio per un meritato relax in piscina, rinfrescandoci e godendoci il sole africano. Alle 16:30, il richiamo del safari si è fatto sentire di nuovo. Ci hanno condotto in una piccola area alberata, un vero regno di babbuini (Papio cynocephalus), dove abbiamo potuto osservarli da vicino mentre interagivano tra loro.

Ecco poi, un’altra sorpresa! Le guide hanno allestito un incredibile aperitivo savana style per noi, con chips di banana, chips di mango, torrone di arachid* e un inaspettato (e molto apprezzato) vino italiano. Un momento magico, mentre il sole iniziava a calare, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa.
La sera, dopo cena, ci siamo riuniti intorno a un falò, le fiamme che danzavano al ritmo dei nostri racconti e risate, un modo perfetto per concludere una giornata così ricca.
Giorno 5 – Dalla savana all’oceano
Il quinto giorno è iniziato con una dolce malinconia: l’ultimo safari al Tsavo Est.
Alle 6:30, abbiamo salutato il lodge che ci aveva ospitato per tre giorni meravigliosi. Durante il tragitto verso il gate del parco, come ogni giorno, la savana ci ha regalato altri avvistamenti, in particolare una coppia di fratelli leoni che si muovevano con eleganza tra l’erba.
Dopo circa tre ore di guida, abbiamo raggiunto il gate per una breve pausa, prima di dirigerci verso il fiume per osservare una coppia di coccodrilli (Crocodylus niloticus). Poi la nostra rotta è cambiata drasticamente, dirigendoci verso la costa, verso Cacuiuni.
Alle 11:30 siamo arrivati all’associazione Karibuni, un’organizzazione che lavora a stretto contatto con le comunità locali. Siamo stati accolti da volontari e da un agronomo Masai del posto, che ci hanno mostrato la loro fattoria e spiegato il progetto ed il suo sviluppo. Hanno organizzato per noi un aperitivo, un modo simbolico per ringraziarci e condividere storie e opinioni. Un’esperienza profonda che ci ha connesso con la vera essenza del Kenya.
Per pranzo, ci siamo fermati al Camp Gedeng, una struttura ricettiva vicino a Malindi famosa per la sua vicinanza alla natura e, soprattutto, per la possibilità di osservare gli ippopotami nel loro ambiente naturale. E qui, per me, è arrivato il culmine emotivo del viaggio.
Con la mia reflex al collo e il cuore a mille per l’emozione, ho iniziato a scattare foto e a osservare questi giganti gentili attraverso l’obiettivo. Un’esperienza indescrivibile, che mi ha riempito di gioia e meraviglia.



[Per queste foto ringrazio la mia amica Ilaria R.]
Al rientro al campo, ci siamo concessi 30 minuti di puro incanto, ammirando un tramonto spettacolare che tingeva il cielo di fuoco.
Prima di raggiungere Malindi, abbiamo fatto una sosta al supermercato per comprare prodotti di prima necessità per i bambini del villaggio che avremmo visitato il giorno dopo. Un gesto piccolo, ma carico di significato per noi.
Arriviamo a Malindi intorno alle 20:00, dove ci aspettava una splendida villa privata che sarebbe stata la nostra casa per i prossimi quattro giorni. La cena preparata da George, lo chef della villa, è stata un tripudio di sapori: pasta con aragosta e a seguire una deliziosa aragosta alla griglia.
La serata si è conclusa con chiacchiere e un paio di partite a “Lupus in fabula”, un modo divertente per legare con il gruppo.
Giorno 6 – Tra Sorrisi e Fragilità
Il sesto giorno è iniziato con un meritato relax. Mattinata lenta, con massaggi rigeneranti e un tuffo in piscina per rinfrescarci. Il vero cuore della giornata, però, ci aspettava nel pomeriggio.
Alle 15:30 abbiamo visitato il villaggio Mida. Lawrence, la nostra guida, ci ha introdotto agli usi e costumi, alle gerarchie sociali, spiegandoci come le donne si occupino prevalentemente della preparazione del cibo e gli uomini della pesca, agricoltura o allevamento. È un modo di vivere radicato nella tradizione, dove ogni ruolo ha il suo significato.

La permanenza nel villaggio è proseguita con uno spettacolo incredibile: il maestro di danza e i bambini del villaggio ci hanno regalato esibizioni di acrobazie strepitose, un vero talento che sboccia nonostante le difficoltà. I loro sorrisi e la loro energia sono stati contagiosi.

Poi è arrivato il momento più toccante, il “capitolo amaro” di questo viaggio. Abbiamo iniziato la distribuzione dei beni che avevamo comprato il giorno precedente.
I bambini del villaggio erano tantissimi, inizialmente in fila indiana, con gli occhi pieni di speranza per un pacco di biscotti, qualche caramella o un succo di frutta. Ma mentre distribuivo i biscotti, sono stato letteralmente accerchiato da una marea di piccole mani che si allungavano, i loro visetti che supplicavano.
Inevitabilmente, i pensierini sono finiti molto prima di poter accontentare tutti. È stato un momento terribile, mai nella vita mi ero sentito così piccolo e impotente di fronte a una realtà che ti toglie il fiato. Una lezione di umiltà e consapevolezza che porterò sempre nel cuore.
Per liberare la mente da queste scene toccanti, abbiamo proseguito il nostro percorso con un’esperienza di serenità in canoa, raggiungendo Kadaina Island, navigando tra le meravigliose mangrovie. Intorno a noi, solo il silenzio della natura, un momento di pace e contemplazione.

Giorno 7 – Canyon Hell’s Kitchen
Il settimo giorno ci ha riservato altri panorami mozzafiato. Siamo usciti alle 9:00 del mattino per dirigerci verso la spiaggia del resort Che Shale. L’ho trovata incantevole, con la sua sabbia dorata che sembrava cosparsa di glitter, scintillante sotto il sole. Un luogo di bellezza inaspettata.

Abbiamo pranzato presso la struttura e ci siamo goduti un riposino pomeridiano, prima di cambiare scenario intorno alle 16:00.
La nostra prossima destinazione è stata Marafa, e in particolare il famoso canyon Hell’s Kitchen. Una guida locale ci ha accompagnato in un piccolo trekking di circa un’ora, svelando la leggenda che si cela dietro questo luogo misterioso: una famiglia ricca e arrogante usava il latte delle loro mucche per lavarsi anziché aiutare i bisognosi. Gli dei, furiosi per lo spreco, li punirono facendo sprofondare la terra e creando il canyon.

Al tramonto, il cielo si è infiammato di colori mentre ci veniva servito un aperitivo con vista canyon. Un momento perfetto per ammirare la vastità e la bellezza di questo paesaggio surreale, condividendo risate e conversazioni. Il rientro in villa è avvenuto intorno alle 20:00.
Giorno 8 – Sardegna 2, il paradiso nascosto
L’ottavo giorno è stato un inno al relax e alla scoperta delle meraviglie marine. Alle 9:00, dei tuk-tuk ci hanno prelevato e portato all’ingresso del Malindi Marine National Park.
Da lì, con un’imbarcazione, dopo circa 45 minuti di navigazione, siamo giunti a un atollo soprannominato “Sardegna 2”. Questo luogo, parte del Watamu Marine National Park, è una vera gemma, famosa per la sua sabbia bianchissima e l’acqua cristallina, che richiama appunto alcune spiagge della Sardegna.
La vera magia qui è il gioco delle maree: durante la bassa marea l’oceano si ritira drasticamente, rivelando le famose e suggestive lingue di sabbia che si estendono nell’acqua. Il paesaggio si trasforma in una serie di atolli accessibili e si formano piscine naturali cristalline, ideali per il relax e lo snorkeling. Durante l’alta marea che avviene già intorno le 2.00pm, queste formazioni sabbiose vengono sommerse, trasformando l’area in una distesa di mare aperto.


Il pranzo è stato un’esperienza culinaria a sé: i membri dell’equipaggio ci hanno preparato un banchetto a base di riso al cocco, barracuda, aragosta e gamberetti, il tutto con la griglia mezza sommersa dall’acqua. Concludiamo poi con un ottimo caffè keniota preparato con la moka.
Siamo rientrati sulla terraferma verso le 16:00, e abbiamo deciso di prolungare il relax per un’altra ora nella piscina della villa, tra chiacchiere e risate. Intorno alle 18:00, siamo andati a gustare un aperitivo presso il suggestivo White Elephant, cogliendo anche l’occasione di ammirare una luna piena, per poi cenare all’adiacente Olimpia Club.
Sono andato a dormire intorno alle 23:30, ma non prima di aver fatto una partita con i compagni a Gartic phone 😄
Giorno 9 – Dall’alba al tramonto
Il nono e ultimo giorno in Kenya è iniziato prestissimo, per non perdere uno degli spettacoli più belli che la natura potesse offrirci.
La sera precedente avevamo deciso di comune accordo di svegliarci prima dell’alba. E così, intorno alle 5:30 del mattino, ci siamo diretti verso la spiaggia, e alle 6:00 ci siamo goduti lo spettacolo: una delle più belle albe viste personalmente negli ultimi anni, il sole che sorgeva sull’Oceano Indiano tingendo l’acqua di color oro. Un’immagine che si è stampata indelebile nella mia mente.

Tornati in villa, la colazione ci è stata servita alle 7:30. Alle 8:30 siamo ripartiti con i tuk-tuk per un’ultima sessione di shopping di souvenir. Qui ho dato sfogo a tutte le mie doti da affarista, contrattando qualunque prezzo e portando a casa grandi risultati. Un piccolo consiglio: in Kenya, la trattativa è parte integrante dell’acquisto, non abbiate paura di usarla!
Ci siamo poi spostati verso il mare per un piccolo aperitivo all’Olimpia Club, prima di rientrare in villa per un pranzo delizioso a base di cernia al forno e verdure grigliate.
Intorno alle 16:30, un transfer ci ha condotto a Lichthaus, un locale incantevole vicino alla città di Watamu. Il posto è davvero suggestivo, con piccole “terrazzine” sospese sull’acqua, realizzate con reti, dove puoi letteralmente rilassarti sopra il mare. Abbiamo ordinato da bere e ci siamo goduti un altro tramonto spettacolare, lasciando che la bellezza del luogo e l’atmosfera magica ci avvolgessero.
Rientrati in villa, abbiamo cenato con una pizza, e poi ci siamo seduti sui divani, chiacchierando e ricordando i bei momenti, le emozioni e le avventure vissute insieme in questi incredibili nove giorni.
Alle 23:30, è arrivato il mio transfer per Mombasa. Era ora di tornare alla realtà, ma con il cuore e la mente pieni di ricordi preziosi.
Conclusioni
Lasciare il Kenya non è stato facile. Questa terra non è solo un luogo; è un’esperienza che ti entra dentro, ti cambia, ti lascia un segno indelebile. Dai ruggiti lontani della savana, alle albe infuocate sull’oceano, dagli incontri toccanti con la fauna selvaggia ai sorrisi sinceri delle persone, il Kenya è un inno alla vita, alla natura, all’umanità.
Se state cercando un viaggio che vada oltre la semplice cartolina, un’avventura che vi metta in contatto con voi stessi e con un mondo ancora autentico, non esitate a partire.
Preparatevi a vivere emozioni indescrivibili, a rimanere a bocca aperta davanti a spettacoli naturali e a incontrare culture che vi arricchiranno profondamente.
Il Kenya non è una destinazione, è un sentimento, un richiamo selvaggio che, una volta ascoltato, non ti lascerà più. Pronti a farvi travolgere?
Kenya tips
- Puoi cambiare i soldi direttamente all’arrivo a Mombasa, ci sono due money exchange di cui uno ha l’accesso anche dall’esterno
- Il pagamento con POS è diffuso sopratutto nei posti turistici, bancarelle/mercati invece accettano solo contanti
- Contrattare sempre i prezzi ai mercati, non fatevi ingannare (o impietosire 😅)
- Se preferisci una eSim puoi utilizzare Global YO (utilizza questo link per avere uno sconto https://globalyo.app/2pHSMDuA9Hb)
- Consiglio di portare un anti-zanzare come Jungle Forza4
- Per ulteriori consigli leggi i miei Travel essentials