
Marzo 2024 – Colombia
Il mio viaggio in Colombia è un’avventura che ha toccato l’anima e scosso i sensi, un’esperienza che ha lasciato un’impronta indelebile nel mio cuore.
Il mio viaggio si compone di ben 13 notti e 14 giorni più un bonus sventura al rientro 😂
Sono partito dall’Italia il 2 Marzo 2024 alle 6.30 a.m. con un volo Iberia (tratta Roma>Madrid>Bogotà) ed arrivato a Bogotà, capitale della Colombia, alle 16.30 della stessa giornata, i poteri del fuso orario 🙂
Nella prima serata ho incontrato e conosciuto i compagni di viaggio, abbiamo poi deciso di sfruttare la sera per mangiare qualcosa insieme e successivamente fare festa in un locale della “zona T”. Dopo le danze a nanna “presto” per iniziare l’avventura sudamericana!
Giorno 1 – Bienvenidos a Colombia
La mia avventura colombiana inizia con una salita al santuario di Monserrate, dove la vista di Bogotà si dispiega maestosa sotto di me.

Scendo poi a La Candelaria, storico quartiere che è il cuore pulsante della città, dove i murales sui muri dipingono storie vivaci di cultura e resistenza. Faccio tappa anche al Botero Museum, dedicato proprio al famoso pittore colombiano Fernando Botero.




Un pranzo tradizionale da La Puerta Falsa mi introduce all’Ajiaco Santafereño, un piatto che riscalda l’anima e riempie abbondantemente lo stomaco (è un piatto impegnativo visto che il locale è piccolo e si soffoca dal caldo, ndr).
Nel pomeriggio, il Barrio Egipto mi accoglie con i sorrisi e le storie toccanti dei ragazzi di Breaking Borders con questo progetto di turismo comunitario messo in campo dal 2016 in uno dei quartieri più vulnerabili di Bogotà. Questo gruppo, ispirato dal cambiamento de la Comuna 13 a Medellin, decide di lasciarsi alle spalle il loro passato criminale avviando l’iniziativa Breaking Borders e mostrando ai turisti le loro strade piene di opere d’arte che raccontano la storia del quartiere. In questo modo, il turismo ha costituito una vera alternativa per il loro sviluppo personale e professionale e ha aperto le porte a un futuro migliore.





La sera si trasforma in festa da Andres DC, tra danze, sapori locali e Margarita (nota: sarà il mio cocktail da viaggio 😎).
Giorno 2 – Salento
Il secondo giorno inizia prima dell’alba, con un volo verso Armenia ed un transfer verso Salento (comune della Colombia facente parte del dipartimento di Quindío) facendo una breve sosta nella graziosa Filandia.



Successivamente ci dirigiamo verso Salento per lasciare gli zaini in hotel e subito dopo da Finca El Ocaso per un tour guidato in questa azienda produttrice di caffè. La visita mi permette di capire e assaporare la vera essenza del caffè colombiano, dalla raccolta fino alla produzione finale in chicchi o polvere, terminando naturalmente con una piccola degustazione. Sapevate che la Colombia è il quarto produttore mondiale di caffè?




Il pomeriggio è un momento di relax all’hotel Salento Real, e la sera, un temporale ci regala un’intima serata di giochi di carte e risate, dove il gioco Cucù (di cui sono stato promotore) diventa il protagonista… e dove qualcuna imparerà a perdere 😜
Giorno 3 – Valle del Cocora
Stamattina si parte alla visita di uno dei posti che più desideravo vedere della Colombia: la Valle del Cocora, qui crescono le palme più alte del mondo, fino a ben 60 metri. “Cocora” era il nome di una principessa Quimbayan, figlia del capo locale Acaime, e significa “stella d’acqua”.
Dalla piazza principale noleggiamo delle Willies (jeep old style) che in circa 30 minuti ci portano all’ingresso principale del parco.
Il trekking è qualcosa di rigenerante, il contatto con la natura è rilassante e l’avvistamento di un Condor rende tutto più emozionante.



Tra un checkpoint e l’altro mi fermo a sorseggiare un “Canelazo”, una bevanda calda alcolica (e non) consumata negli altopiani andini di Ecuador, Colombia, Perù e Argentina settentrionale.
Il pomeriggio è all’insegna dell’adrenalina con un’escursione in moto quad dove la sfortuna colpisce per ben due volte un compagno di viaggio che rimane in panne con 2 quad diversi 😂
La serata si conclude con un filetto di carne da Bernabè Gourmet, il tutto accompagnato da un margarita cocktail, uno dei migliori mai assaggiati.
Giorno 4 – Medellín
Ancora nel cuore della notte, parto per Medellín la città dell’eterna primavera.
Dopo una pausa pranzo, esploro alcune zone della Comuna 13 che mi racconta storie di trasformazione e resilienza. In passato era considerata la zona più pericolosa della città dominata dalle FARC e dal narcotraffico; la sua storia è ora legata alla cultura artistica urbana anziché alla criminalità, offrendo ai visitatori un’esperienza unica e memorabile grazie anche a nuove infrastrutture come la metropolitana e il cable car.




Il Guandolo con rum acquistato presso una bancarella è una dolce scoperta, e la cena da Belisario mi presenta uno degli hamburger più memorabili, seguito da una notte di danze a La House.
Giorno 5 – Piedra del Peñol
Sveglia alle 6.30 e incontro alle 8.00 con il mio gruppo per iniziare la giornata.
Abbiamo preso un transfer per visitare la Piedra del Peñol. Si tratta di un monolite di oltre 200 metri, la sua scalata offre una vista panoramica mozzafiato dei laghi e delle colline circostanti, richiedendo ai visitatori di affrontare 740 gradini per raggiungere la cima.
Sfida accettata e vista panoramica conquistata!


Successivamente, abbiamo visitato il centro di Guatapé e pranzato al ristorante Don Oscar.
Nel pomeriggio invece abbiamo fatto una gita in barca sul lago artificiale di Guatapé creato attraverso la costruzione di una diga e di una centrale idroelettrica negli anni ’70. Questa operazione ha portato all’inondazione di un’area di 6365 ettari, dando vita a un arcipelago artificiale.

Ritorniamo a Medellin e concludiamo la serata con una cena presso il locale La Chula, dove l’ambiente della sala principale era molto accogliente anche se la sala ballo al piano inferiore celava un’atmosfera un po’ losca, motivo per cui non siamo rimasti ad oltranza.
Giorno 6 – Giornata di emozioni forti
Questa giornata è stata all’insegna dell’avventura e delle emozioni. Nella prima parte della giornata ho avuto una scarica di adrenalina mentre nella seconda parte è stato difficile trattenere le lacrime.
Ho provato per la prima volta il parapendio a Bello, vicino a Medellín, e ho potuto ammirare il paesaggio dall’alto. E’ una di quelle cose che mai pensavo di fare e invece una volta presentata l’occasione ne ho approfittato, chi doveva dirlo che proprio la Colombia doveva regalarmi questa nuova esperienza 😊


A pranzo ho fatto una visita nel cuore di Medellín vicino Plaza Botero ed ho assaggiato la bevanda La Colombiana, praticamente la sorella della nostra Spuma.
Nel pomeriggio, ancora una volta, siamo tornati nella Comuna 13 stavolta per far visita all’associazione Sembrando paz y esperanza e ascoltare la toccante storia di Yenni che mi ha letteralmente spezzato il cuore. Dopo, abbiamo avuto l’occasione e l’onore di passare del tempo e giocare con i bambini presenti in associazione.
La visita in questo luogo mi ha fatto vedere la vera Colombia, mi ha fatto capire ancora una volta quanto la vita possa essere amara e quanto allo stesso tempo debba essere apprezzata per le piccole cose che abbiamo.
Con tu amor me está llamando y a través de tu vida me está dando la vida que me falta y al sabor de tu amor se agrega el barro, el beso de la tierra que me aguarda.
Pablo Neruda



La serata si è conclusa con un giro nella zona di Provenza a Medellin, seguita da una serata piacevole e divertente con giochi alcolici (il gioco di sostituire i numeri con le parole è devastante, ndr) in un rooftop fino a tarda notte.
Sembrando paz y esperanza
Mi sembra doveroso dare un piccolo spazio dedicato all’associazione “Sembrando Paz y Esperanza” poichè è un vero esempio di resilienza e speranza.
Il calcio, sport molto sentito in Colombia, è diventato uno strumento per insegnare ai bambini valori importanti e mostrare loro che esiste una strada diversa dalla violenza. Con il tempo, la loro iniziativa si è espansa, diventando un’organizzazione che ha avuto un impatto significativo sulla comunità, promuovendo la pace e offrendo nuove prospettive ai giovani.
Attraverso il calcio, l’educazione e la costruzione di strutture per il benessere dei bambini, come una biblioteca e un centro educativo, Sembrando Paz y Esperanza ha aiutato oltre 350 bambini con il supporto di più di 70 volontari.
La loro storia è un chiaro messaggio: anche nei momenti più bui, è possibile trovare la luce e seminare speranza per il futuro.
Questa la loro pagina Instagram: https://www.instagram.com/sembradores_de_la_13
Giorno 7 – Parco Nazionale Tayrona
Altra sveglia, altra corsa!
Stamattina mi sono svegliato alle 6.30 e ho preso un transfer per l’aeroporto per volare a Santa Marta. Dopo il volo, ho preso un altro transfer per raggiungere, intorno l’ora di pranzo, l’ingresso del parco Tayrona, una meraviglia naturale che combina montagne, foreste, scogliere e spiagge paradisiache.
Inizia quindi il nostro trekking di circa 2h abbondanti per raggiungere il campo base (spiaggia) di Cabo San Juan (punto più famoso del Parco Nazionale Tayrona, nonché uno dei più spettacolari) ammirando scimmie e le bellezze naturali lungo il percorso che tolgono il respiro.




Arrivati nel tardo pomeriggio, dopo il check-in ci siamo rilassati in spiaggia dove ho fatto per la prima volta nella mia vita il bagno nel Mar Caraibico. Dopo una cena tranquilla, la serata è proseguita con una richiesta di rivincita al gioco del Cucù, ormai un must del nostro viaggio 😂
Ho trascorso la notte in una tenda singola, vi lascio immaginare il caldo umido che mi ha accompagnato per tutta la notte 🥵
Giorno 8 – Alba in spiaggia e Cartagena
La sera precedente avevamo deciso di comune accordo di svegliarci molto presto per poter ammirare l’alba dalla spiaggia. Direi che le foto parlano da sole.


Salto la colazione per evitare di affaticarmi durante il trekking per tornare all’ingresso del parco, idea poco brillante. Una volta tornati al punto di incontro con il transfer eravamo sudati fradici pertanto facciamo una doccia al volo giusto per non puzzare di morto dentro il van 😂
Nel pomeriggio tra un pisolino, un indovinello e alcune partite al gioco Tabù sul transfer abbiamo superato le ore di viaggio verso Cartagena.
La sera, prima di cena, facciamo un giro nel centro storico dove ho ammirato dei murales stupendi, piccola sosta aperitivo e cena al ristorante Mar de las Antillas.

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Post cena ci siamo concessi un paio di drink da Alquìmico, tra i 50 migliori cocktail bar al mondo.


Giorno 9 – Cartagena e festa in barca
Ho trascorso la giornata con un tour guidato per le vie di Cartagena e dai racconti di Esther, la nostra guida, ne ho approfittato per comprare il libro “El amor en los tiempos del colera” di Gabriel García Márquez ambientato proprio a Cartagena.
Per strada incontriamo tantissime Palenqueras, donne afro-colombiane provenienti da Palenque la prima città schiavista libera. All’epoca a causa della povertà del loro villaggio decisero di vendere frutta a Cartagena come fonte di reddito.


Nel tardo pomeriggio una sorpresa molto gradita: al porto ci attendeva una barca (simil piccolo yacht) per un giro nella costa di Cartagena, il tutto accompagnato da musica e dalla parola magica “free drink” di cui vi lascio immaginare come sia finita.

Alla sera, nonostante il pomeriggio mooooolto allegro, siamo andati a cenare da La Catedral Restaurante ed abbiamo speso il post cena in un rooftop giusto per non farci mancare l’ultimo drink pre-nanna.
Giorno 10 – Islas del Rosario
Stamattina direzione porto, un transfer via mare ci collega in circa 45 minuti con l’arcipelago Islas del Rosario un paradiso tropicale composto da 27 piccole isole.
Arrivati all’isola El Pueblito (chiamata anche Isla Grande), non abbiamo perso tempo per fare un’escursione in barca con snorkeling e successivamente una visita (diciamo una sosta relax) al Parco Nazionale dei Coralli del Rosario e San Bernardo (Parque nacional natural Islas Corales del Rosario y San Bernardo).


Al rientro era già passata l’ora del pranzo ma tramite i suggerimenti della stessa guida dell’escursione siamo riusciti a non perdere l’occasione di un pasto degno di nota: aragosta appena pescata.
Nel tardo pomeriggio ci siamo rilassati godendoci il tramonto e sorseggiando una cerveza.

La serata si è conclusa con una cena in hotel e poi tutti a letto presto perché molto stanchi dalla giornata intensa.
Giorno 11 – Scuba diving, Mangrovie e bioluminescenza
Inaspettatamente la giornata inizia con un’esplosione di colori e affetto: all’improvviso palloncini e canzoni riempiono la sala da colazione… oggi è il 13 Marzo, oggi è il mio compleanno 😊
Dopo l’imbarazzo per la sorpresa e la colazione giunge il momento del mio auto-regalo (oltre all’intero viaggio chiaramente 😂), infatti mi attendeva un’attività di scuba diving, con doppia immersione. È stata un’esperienza bellissima per un appassionato di subacquea come me.



Per pranzo mi ricongiungo ai miei compañeros, il pasto ancora una volta è a base di aragosta (“los negocios son los negocios”, cit.) ed a fine pasto un’altra sorpresa totalmente inaspettata si palesa sul tavolo: una deliziosa torta di compleanno fatta in casa da una signora dell’isola. Ma come ci è arrivata su questa tavola? Per questo regalo, ancora una volta, ringrazio di cuore Giulia F. perchè è riuscita a realizzare il possibile nell’impossibile.

Il pomeriggio prosegue con un’escursione in canoa per vedere le Mangrovie, alberi che prosperano nelle zone marine tropicali. Offrono una serie di benefici all’ambiente marino come la protezione delle coste dall’erosione, il sequestro del carbonio, la purificazione dell’acqua e la promozione della biodiversità.


Non ci facciamo mancare nulla e la sera, come ultima attività della giornata, abbiamo fatto un’escursione in mare per ammirare la bioluminescenza del plancton.
Al rientro abbiamo approfittato anche stasera del ristorante in hotel e abbiamo continuato il post cena in un altro hotel, dal lato opposto dell’isola, bevendo Gin Tonic (approvato il gin colombiano Selva, ndr) e ballando.
Ho trascorso poi il resto della serata in piacevoli chiacchierate con in sottofondo un silenzio quasi ovattato fino a quando il cielo ha iniziato a schiarirsi avvertendo l’arrivo dell’alba.
Giorno 12 – Ritorno a Bogotà
La giornata inizia senza fretta, dopo il check-out il sole accarezza la pelle durante una passeggiata sulla spiaggia e per rinfrescarmi mi concedo un ultimo tuffo nel mar dei Caraibi.
Il viaggio di ritorno a Cartagena è un mix di mezzi di terra e mare, con il vento che porta via ogni pensiero.
Il pomeriggio è un vortice di risate a ritmo di salsa con una lezione privata presso una scuola di danza, mentre la sera si conclude con il dolce-amaro di un Margarita, preludio al viaggio di ritorno a Bogotà la sera stessa.
In tarda serata raggiungiamo l’hotel, abbiamo ancora voglia delle ultime risate insieme e ancora una volta le carte ed il Cucù ci tengono compagnia.
Giorno 13 – Adios Colombia
L’ultimo giorno è un susseguirsi di saluti, ricordi e occhi lucidi, seguito dall’acquisto degli ultimi souvenir.
Dopo pranzo saluto con non poca fatica i miei compagni di questi fantastici 14 giorni e mi dirigo in aeroporto per tornare in Italia e qui il viaggio prende una svolta inaspettata.
Bonus sventura
Il volo delle 18.20 è in ritardo e dopo circa 1h dal decollo viene poi dirottato a Santo Domingo per un problema tecnico, mi ritrovo quindi senza alcuna programmazione in Repubblica Dominicana.
Rimango tutta la notte a bivaccare nell’aerea internazionale dell’aeroporto Las Américas, solo alle 8.00 del mattino un assistente Iberia si farà vivo. L’attesa si prolunga di quasi 24h dove ci danno un hotel di appoggio e un pasto a buffet. Il ritorno in Italia è ormai posticipato al 17 marzo, rientrando a Catania solo nella tarda serata e portando con me anche un bagaglio pieno di avventure e storie da raccontare.
Conclusioni
La Colombia ti insegna a vivere la vita così come viene.
Questo viaggio è stato un intreccio di avventure, calore, incontri, sentimenti e scoperte che hanno arricchito il mio spirito e lasciato un’impronta indelebile nel mio cuore. Ogni momento vissuto, ogni sorriso condiviso e ogni chilometro percorso sono diventati parte di me, tessere preziose del mio primo viaggio in Sud America.
La Colombia rimarrà sempre nel mio cuore e spero un giorno di poter tornare in questo meraviglioso paese.
Colombia, que chimba!
Colombia tips
- Partire con del contante dall’Italia e cambiare in valuta locale direttamente in aeroporto a Bogotà (dove si ritirano i bagagli) poiché il money change presente non applica commissioni ed il tasso di cambio è conveniente
- La maggior parte dei posti dove siamo stati accettano pagamento tramite Pos
- A Islas del Rosario e Cartagena non tutti i posti sono muniti di pagamento elettronico, munirsi di contante
- Munirsi di anti zanzare Jungle sopratutto per le zone di Salento e Islas del Rosario
- Se sei interessato ad acquistare una sim locale ci sono agenti Claro (compagnia telefonica) ovunque, persino il tassista a Bogotà potrà attivarvi una sim
- Se preferisci una eSim puoi utilizzare il pacchetto “World Explorer” di Global YO (utilizza questo link per avere uno sconto https://globalyo.app/2pHSMDuA9Hb)
- I colombiani sono lenti nel fare le cose (tranne guidare 😂) armatevi di pazienza, sopratutto per mangiare.
- Portare lo stretto necessario dei vestiti ed utilizzare le lavanderie espresse
- Bere esclusivamente acqua confezionata
- Non dimenticare di portare un adattatore di corrente universale